"Mah" - rispose lui - "non mi ci sono mai soffermato troppo, ma potrebbe essere strano, cioè, non lo so!"
"Cosa non sai? Non sai se vorresti farlo o non sai cosa accadrebbe se lo facessi?"
"Non so che senso avrebbe."
Stava per rispondere, ma pensò che sarebbe stato meglio pensarci su un attimo. Poi, non troppo convinta rispose: "Avrebbe senso se hai paura, se pensi che qualcosa si sia ormai rotto nella tua testa."
E con fare ironico lui disse "E non pensi che resettare possa significare romperla del tutto?"
"Si e no. Ti daresti una possibilità in più. Anzi, se potessi farlo, penso che prima registrerei delle considerazioni <<pre-reset>> sullo stato attuale della mia mente. Poi procederei, e arrivata a un certo punto, rivedrei quelle registrazioni. Se mi rendessi conto che non è cambiato nulla, bhè, pace. Ma quando sei al limite, forse è normale chiedersi, anzi pretendere da te stesso una seconda occasione."
Ora fu lui ad attendere prima di rispondere, sembrava quasi annoiato "Alla fine non mi dispiace quello che sono. Le cose che non vanno, ovvio, ci sono, ma sfrutto quello che va. "
Lei abbassò lo sguardo... "Oh..."
Si sentì stupida per aver pensato a qualcosa di tanto impossibile, e ebbe conferma per l'ennesima volta che qualcosa nella sua testa non andava, e come ogni volta dopo pensieri del genere, capì che fino alla tanto bramata "svolta", ci si doveva andar bene in quel modo.
E si vergognò.
Si vergognò di aver fatto un ragionamento tanto sciocco alla sua età, ma qualcosa, qualcuno, dentro di lei chiedeva ancora di uscire, e implorava pietà per essere stata tanto anacronistica quando invece toccava a lei.
Miriadi di pensieri in un attimo.
E tutto quello che uscì dalla bocca di lui fu "Figo sto posto però!", e non poté che alzare lo sguardo e ricordarsi di essere di fronte a un tramonto magnifico, in riva al fiume.
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