lunedì 5 dicembre 2011

Punto di inconcludenza n.5. Ma è più di un anno che non riesco a saltarlo.

Mi chiedo cosa merito, cosa mi sto dando, forse merito di più.
Non voglio un amore di quelli fatti di regali e gesti teneri in continuazione, mi stuccano.
Voglio un amore di qualcuno che si lasci amare senza mettermi a giudizio, senza aspettarsi nulla da me prima di dirmi di non aspettarmi nulla da lui.
Amare senza limiti, tornare a casa e sentire il calore umano di un abbraccio, della sicurezza di non essere sola.
Qualcuno che accetti di farsi rendere felice da me, a mio modo, senza chiedersi quanto.
L'unico punto a svantaggio è la mia cocciutaggine, il fatto di non voler rendere felice nessun altro se non te. E bisognerebbe fidarsi quando dico che lo svantaggio sarebbe solo il mio, ma lo accetterei ben volentieri.
Il cervello messo sempre avanti a tutto. E' come distruggere una casa prima di costruirla, tanto prima o poi invecchierà.
Ha ragione chi mi ha detto "Un uomo, pur di ottenere quello che vuole, ti dirà e ti darà quello che tu vuoi fino a che lui ne ha voglia". E io mi sono presa quello che volevo fino a che ho potuto.
Poi non è bastato.
E ho ricominciato a versare lacrime come unico sfogo del marcio che sto accumulando di nuovo dentro.
Ed è stato in questo preciso momento che ho cominciato a chiedermi se non merito qualcosa di meglio, per quanto questo meglio non è altrove che voglia cercarlo all'infuori di te.
Insomma, detto in pochissime parole, mi sono fatta abbindolare ancora. E ancora per amore.Tuo.

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